È molto importante che un CmSP decida fin da subito cosa vuoi offrire, i livelli possibili sono fondamentalmente due:
Offrire servizi di supporto base all’ambiente cloud (consulenza e supporto)
Set di servizi che coprano tutte le esigenze del cliente (assessment, migrazioni, manutenzione, sicurezza etc)
Questo set di servizi ti aiutano a coprire tutte le esigenze dei clienti. I passaggi base per poter proporre questa tipologia di offerta sono:
dal 2016 in poi si è vista una vera svolta nella migrazione verso il Cloud, tuttavia molti utenti non hanno ancora ben chiaro come muoversi in questo senso o comunque non hanno una vera strategia. In questo contesto si inserisce il provider, il cui ruolo iniziale è quello di fare una valutazione complessiva ed approfondita dell’ambiente in uso e pianificare una strategia di migrazione.
I passaggi chiave sono: assessment, pianificazione, visualizzazione e considerazione dei risultati, preparazione e stima sia economica che temporale
A queste operazioni di base, è bene inserire del valore aggiunto da parte del provider, ad esempio suggerendo e cogliendo possibili benefici legati alla migrazione verso il cloud e che il cliente potrà ottenere o quantomeno considerare. I due requisiti più importanti per evadere bene questo primo step sono:
Il passaggio dal progetto su carta alla migrazione vera e propria è cruciale, la corretta riuscita di quest’ultimo, minimizzando il downtime di dati, applicazioni e – in generale – dell’esperienza utente è il vero obiettivo del CmSP. Per un corretto piano di migrazione gli interrogativi chiave sono:
una volta terminata la migrazione, il controllo passa al provider, che deve iniziare seriamente ad occuparsi di tutta una serie di operazioni che il cliente dà per scontato siano evase in autonomia. Per fare un breve elenco: patch, aggiornamenti, backup, monitoraggio, gestione licenze etc. Scendendo più nel dettaglio, abbiamo 4 macro-aree:
ovvero tutte quelle configurazioni che riguardano il corretto funzionamento dell’ambiente hardware e software (patching, update, audit, security policy)
una corretta automazione dei processi permette al provider di offrire un servizio intrinsecamente affidabile, unito a un aumento dei margini e una diminuzione degli SLA. In un mondo ormai orientato all’approccio Dev-Ops il cliente si aspetta dal provider integrazione, cooperazione e sviluppo continui
il cliente si aspetta che i propri workloads non soffrano di downtime e tantomeno i servizi che ci girano sopra. Oltre ad aspettarsi una strutturale sicurezza dei dati, sia in caso di interruzioni pianificate, sia improvvise
in un ambiente multi-tier ed “evanescente” come i servizi cloud, è fondamentale che il provider metta in atto una serie di policy, configurazioni e tecniche per garantire l’identificazione utente e il corretto accesso alle risorse (SSO e multi-factor auth ad esempio)
Il monitoraggio è una attività tipica degli MSP anche da prima del cloud, ma nel nuovo ecosistema il ruolo del CmSP diventa ancora più importante, andando ad inserirsi con la sua competenza e i suoi strumenti dove il cliente non ha tempo, risorse e competenze per mettersi. I servizi di monitoraggio tipici attesi dal cliente sono:
Il monitoraggio può anche diventare un mezzo per creare attività profittevoli, ad esempio configurando sistemi automatici di triggering su determinati eventi, che generino direttamente ticket e, di conseguenza, attività di manutenzione. L’automazione porta inoltre grandi benefici in termini di efficienza rispetto a un approccio manuale al controllo dei sistemi.
è estremamente importante avere il controllo sui costi sostenuti dal cliente e soprattutto fare in modo che anche per lui sia facilmente comprendibile cosa sta spendendo e in che modo. Un approccio di questo tipo contribuisce ad aumentare la fiducia da parte del cliente e va sostenuto da attente analisi e previsioni di spesa basate sulle necessità del cliente nel tempo.
la garanzia di sicurezza applicata a carichi di lavoro, dati e utenti è un tassello fondamentale nell’offerta dell’MSP, questo perché gli scenari IT sono sempre più complessi e il cliente non è un grado di gestirli in autonomia. Mettersi nella posizione di offrire servizi di sicurezza ad-hoc per il mondo cloud è un’ottima opportunità per i provider in termini di offerta al cliente con:
A prescindere da quanto bene siano approcciate tutte le fasi precedenti, i problemi sicuramente ci saranno, quindi sta al provider valutare e dimensionare in modo accurato il piano di supporto da offrire al cliente, in base alle peculiarità dello stesso. Questa è una valutazione spesso piuttosto difficile, dove c’è rischio di sottostimare o sovrastimare l’offerta. Tre punti chiave per il supporto sono: